La poétesse italienne Adriana Gloria Marigo écrit sur Oblò — Portholes (Pietre Vive Editore) de John Taylor pour le site littéraire Limina Mundi. Le livre a été traduit par Marco Morello, illustré par Caroline François-Rubino, avec une postface de Franca Mancinelli. Voici l’article:
Tra Samos, Agosto 1976 e Bessans, Agosto 2014, nella coniugazione alchemica di mare e montagna in tempi distanti tra loro, il poeta John Taylor matura le sedimentazioni psichiche di un viaggio materico intimistico spirituale avvenuto nell’Egeo dove la potenza eliaca della luce scolpisce frammenta esalta le forme, il genio del mare induce l’occhio del poeta a lambire in modo immaginale le acque secondo uno sguardo affine alla visione: l’indistinto invia segnali che presto scompaiono, ma hanno l’intensità dell’intermittenza, dell’annuncio di un enigma, di un barbaglio che ha il tempo di incidere impressivamente l’attenzione per la quale la forma circolare dell’oblò è essenzialmente il segno orbitante del Sé, che nel paesaggio marino e celeste dell’isola trova motivo di rivelazione ed espansione. Ma quell’oblò, basso continuo della silloge che consente la vista del mare come fosse – in taluni frammenti – cielo rovesciato, assomiglia anche alla nephéle photeiné, la nuvola luminosa che nella sua fenomenologia numinosa, sommuove l’immaginazione, coinvolge la rêverie, ridesta voci sommerse, s’insinua nella profondità prima di tracciare la superficie dello spirito: avviene un’opera di maieutiké per la quale l’atomismo del linguaggio poetico in oblò – portholes acquista forza di immagini sicure che non si disperdono, ma si muovono e inaugurano l’iridescenza dello spazio vitale in cui irrompe, si autogenera ancora una volta la facoltà immaginale della scrittura poetica.
— Adriana Gloria Marigo
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